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UNITA', DUALITA', NON DUALITA'? ECCO LA RISPOSTA



La Legge di Analogia o di Corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo (attribuita a Ermete Trismegisto, Ermete “il tre volte grande” o più comunemente Hermes, il dio della sapienza per i greci) è una legge universale.


Un antico verso sanscrito recita “Yat Pinde Tat Brahmande, Yat Brahmande Tat Pinde” cioè “Come è il microcosmo/corpo umano così è il macrocosmo/Universo, come è il macrocosmo/Universo così è il microcosmo/corpo umano”


È la legge fondamentale per conoscere le altre leggi che operano in ogni parte del cosmo, così nell’atomo come nelle stelle. Tutto è collegato da misteriose somiglianze ed analogie, perciò ogni cosa che esiste sia nel microcosmo che nel macrocosmo, è portatrice di Verità se saputa interpretare e decifrare.


Non è un caso se osservando la catena del DNA umano, riconosciamo il moto a spirale che possiamo osservare in molte forme naturali fino alla composizione stessa delle galassie. Il cervello umano con centomila milioni di stelle chiamate neuroni, è come un’immensa galassia in miniatura. Un albero è come l’albero bronchiale, oppure come le infinite ramificazioni del nostro sistema nervoso o del sistema circolatorio. Per l’infinitesimo piccolo insomma, valgono le stesse leggi che per l’infinitesimo grande. E viceversa.


Non possiamo cogliere tutte le analogie presenti perché, è bene ricordarlo, noi esseri umani abbiamo una percezione (e quindi comprensione) molto limitata, specialmente se il nostro grado di consapevolezza è basso.


Il principio secondo il quale qualcosa ha la stessa forma sia dentro che fuori, si chiama frattalità. Un frattale ripete gli stessi modelli a diversi livelli di scala. Una volta capito il modello ad un livello, si può facilmente estenderlo per esplorare le possibilità in altri livelli.


Frattale significa auto-somigliante, l’infinita ripetizione di strutture in scale di grandezza diverse. Si differenziano solo in misura e complessità. Si passa ad esempio da una singola cellula umana, formata da cellule più semplici, al corpo umano formato da miliardi di cellule e, al livello successivo, da miliardi di esseri umani che formano un unico organismo “sociale”, versione molto più complessa della singola cellula.


Tradotto in parole povere, possiamo affermare che tutto ciò che accade in ogni luogo dello spazio, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, è soggetto alle medesime leggi. Ovunque nell’universo, sopra e sotto, “in cielo e in terra”, dentro e fuori, nel macrocosmo come nel microcosmo, a qualsiasi livello di manifestazione, regnano le stesse leggi.


Tutto questo pippone per dire che cosa?


Con ciò che ora scriverò, e tenendo in considerazione quanto menzionato sopra, voglio far notare come l’apparente contrapposizione tra dualità e unità, le 2 facce della medaglia spesso discusse e fraintese in ambito spirituale da ogni tradizione e cercatore, è necessaria perchè è presente in modo molto visibile nel nostro corpo, non a caso nel luogo più importante del nostro organismo.


Basta osservare... il cervello umano! Possiamo affermare senza ombra di dubbio che il cervello è l’organo più importante affinché si possa definire la vita come tale. E’ il centro di ogni funzione e infatti quando c’è un danno nel cervello, tutto cambia.


Ovviamente per funzionare anch’esso ha bisogno di ogni altro organo, di ogni altra cellula, ecc.. perché ogni cosa è interconnessa tanto nel piccolo quanto nel grande. Non mi dilungo in questa spiegazione che do per scontata, nonostante la medicina tradizionale ancora non capisce l’elementare interconnessione degli atomi (quindi sensazioni, ma anche pensieri, emozioni, ecc.) nel corpo umano e che quindi per fare un’anamnesi bisognerebbe guardare la totalità dell’essere umano, non questo o quel problema.


Ancora oggi la Scienza non sa dire dove abbia sede la mente e mai ci riuscirà visto che non ha una sede vera e propria (ma lasciamoli studiare in pace), però possiamo dire con certezza che senza questa antenna e interfaccia che è il nostro cervello, non possiamo interagire e leggere la realtà allo stesso modo. Ecco quindi che può essere considerato a tutti gli effetti il fulcro della vita nel corpo umano, ciò che potrebbe rivelare tutti (o quasi) i misteri a noi sconosciuti dato che il suo potenziale viene usato solo in minima parte.


Bene. Cosa si osserva in maniera molto chiara guardando il cervello?

Sembra una cosa sola, ma allo stesso tempo sembrano esserci 2 emisferi, i quali riflettono quelle che chiamo le 2 facce della medaglia ovvero i 2 principi cosmici che, a seconda della tradizione di riferimento, si possono chiamare:


-Yin e Yang

-Yab e Yum (Maschile e Femminile)

-Sunya e Rupa (Vuoto e Forma)

-Shiva e Shakti

-Nirguna Brahman e Saguna Brahman (Brahman senza attributi/forma/qualità e Brahman con attributi/forma/qualità)


Se per un attimo osserviamo con attenzione il cervello umano, appare chiaro che non vi può essere solo uno di questi due, bensì è proprio perché entrambi coesistono che vi può essere un cervello e più in generale un organismo intero che, grazie alle infinite parti di cui è composto e all’efficienza dell’organo principe che lo guida come un direttore d’orchestra, riesce ad operare all’apparenza come un’unica sostanza fatta però di miliardi di parti.


Quindi letteralmente anche dentro il nostro corpo fisico, il divino ci mostra metaforicamente che c’è già la risposta: non esiste una medaglia senza le sue due facce e non esistono le 2 facce senza una medaglia. Proprio come puoi dire che il cervello è una cosa sola, ma allo stesso tempo due cose.


Unità e dualità non sono opposti fra loro, non c’è conflitto. All’apparenza, per la mente, sembrano contrastanti perché la mente funziona in modo binario, 0 e 1, come un computer, quindi ragiona per opposti: bello brutto, giusto sbagliato, bianco nero, unità dualità. O è uno o è l’altro, se stanno assieme c’è un paradosso che viene segnalato come errore perché non può concepire, immaginare, sentire, essere questa possibilità.


Per tale motivo la mente non potrà mai afferrare la sua essenza, la nostra vera natura, se si affida solo alla versione contratta di sé stessa.


Deve invece esserci l’esperienza diretta di cosa c’è oltre questa mente contratta, bisogna toccare con mano la vera versione della Mente. A quel punto avrai la certezza di ciò che ho scritto ovvero che unità e dualità coesistono alla perfezione perché sono la stessa cosa. Proprio come maschile e femminile, vuoto e forma, silenzio e musica, verità e falsità, essenza e manifestazione.


Il collante è la coscienza estatica, l’intenso e incondizionato amore estatico divino.



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Buona vita!

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