Colgo lo spunto dalle bellissime esperienze che sono successe alle 10 persone che hanno partecipato alla trasmissione di gruppo di Shaktipat tra ieri e oggi (sabato 24 e domenica 25 ottobre 2020) per parlare di un aspetto importante.
Prima di tutto però voglio ringraziare ognuno di questi cercatori che con grande umiltà e un pizzico di follia si sono aperti a qualcosa di sconosciuto e hanno deciso di fare un grande salto, a prescindere dalla quantità e qualità di lavoro su di sé che avevano alle spalle.
Alcune di queste persone non avevano svolto grandi lavori spirituali, altre invece avevano maturato già delle esperienze importanti nel loro cammino. Una delle cose sensazionali di Shaktipat è che tutto questo conta solo in parte. Nel senso che l’energia divina è intelligenza perfetta e quindi agisce in maniera chirurgica offrendo al cercatore esattamente ciò di cui ha bisogno in quel momento e allo stesso tempo ciò che può sostenere, non ciò che NOI pensiamo di aver bisogno o poter sostenere. Cioè... può sorprenderci 😉
Ci sono state persone che si sono sentite avvolte da un vortice di energia, che hanno percepito chiaramente una luce bianca che andava a sciogliere blocchi interiori, o ancora il senso di Presenza molto più denso e palpabile, pace profonda, e molto altro. Alcune persone hanno anche sperimentato sensazioni di pressione o formicolio in punti specifici, o energia che si muoveva nel terzo occhio, nel chakra del cuore, in altre parti della testa, ecc., piuttosto che un senso di frustrazione o tristezza, visto che anche questo fa parte delle cose da metabolizzare e lasciar andare per poter evolvere. Bisogna tener presente infatti che il processo di evoluzione che ci conduce a realizzare la nostra vera natura divina totalmente è anche e soprattutto un processo biologico. Ebbene sì, il tanto sottovalutato corpo è un elemento fondamentale in questo processo poiché è il veicolo grazie al quale possiamo sperimentare la vita. E’ il filtro attraverso cui dobbiamo far filtrare l’acqua sporca per farla uscire cristallina, cioè dobbiamo sentire, percepire, vivere sensazioni che a volte sono piacevoli e a volte meno piacevoli.
Il cervello è l’interfaccia fisica principale e più importante con cui interagiamo perché grazie ad esso possiamo non solo essere consapevoli, ma soprattutto essere consapevoli di essere consapevoli. Questo è ciò che ci distingue dagli animali, ed è il motivo per cui un essere umano può realizzare la beatitudine estatica del Sè, e un animale no.
Tuttavia esistono diversi gradi di consapevolezza, che sono in stretta relazione con il modo in cui funziona il nostro cervello. In altre parole, se il tuo contatore elettrico è di 3,5 kW, non puoi assorbire una corrente di 10 kW. Devi necessariamente fare un upgrade di quel contatore.
Allo stesso modo il cervello dell’essere umano (che come sappiamo è usato solo per il 5% nel migliore dei casi) evolve quanto più viene modificato dall’energia delle nostre pratiche e degli aiuti extra che riceviamo nel cammino (incontro di santi, Shaktipat, benedizioni, visita a luoghi sacri, ecc.).
Solo così può diventare un canale per trasmettere un flusso di consapevolezza e di beatitudine via via sempre più intenso quanto più cambiamo noi stessi grazie al lavoro svolto. Di pari passo, le 72000 nadi principali (canali energetici) che scorrono attraverso il nostro corpo vengono aperte e purificate in modo che l’energia vitale possa scorrere più facilmente e, assieme al sostegno primario del sistema nervoso, fare in modo che il corpo diventi un veicolo perfetto ovvero in grado di incarnare l’estasi divina 24/7 e donarla così al mondo intero con la semplice presenza fisica (e non).
Ecco perché solitamente il processo è graduale: il corpo non può reggere un’esplosione costante di amore divino (piuttosto che stati di coscienza precedenti a quello) per lungo tempo. Si deve abituare piano piano. Ed ecco perché quando si comincia ad avere a che fare realmente con la Shakti si incontrano esperienze forti, le quali non sono casuali (ne tantomeno oggetti da esibire), bensì un processo biologico intelligente e necessario, senza il quale i progressi sono molto più lenti.
Quando poi si lavora con Kundalini si ha l’esperienza diretta che ci mostra come si passa da sporadici momenti in beatitudine con durata ed intensità diverse, in genere brevi all’inizio, a immersioni più lunghe, dentro e fuori la pratica.
Questo è il motivo per cui abbiamo delle sensazioni fisiche, emotive, energetiche (piacevoli o meno) durante dei lavori intensi. L’energia sta andando a sciogliere blocchi, aprire canali energetici, ricablare il sistema nervoso, e il nostro corpo deve sperimentare queste sensazioni per poi integrare ed incarnare al meglio gli effetti dell’energia.
Passo-dopo-passo 💪
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